Studio di Psicologia a Milano

Cos'è la Depressione

Per quanto sia comune l'esperienza della tristezza associata a determinati momenti o giornate della vita, la depressione si differenzia da essa per una tonalità affettiva molto più intensa e per il fatto che i sintomi depressivi tendono ad interferire con le abituali attività relazionali, lavorative, sociali della persona che ne è sofferente. La depressione, o melanconia, è un'alterazione del tono dell'umore verso forme di tristezza profonda con riduzione di autostima e bisogno di autopunizione. Ma vediamo nello specifico quali sono i sintomi accusati dal depresso:

  • flessione del tono dell'umore
  • perdita di interesse e piacere per varie attività
  • perdita dell'appetito
  • disturbi del sonno
  • difficoltà ad intraprendere le normali azioni quotidiane
  • anedonia: l'incapacità di provare appagamento o interesse per attività comunemente ritenute piacevoli
  • stanchezza, affaticamento, mancanza di energie
  • demotivazione

Spesso la persona depressa può soffrire di un aumento o una diminuzione significative e apparentemente immotivate dell’appetito e quindi del peso corporeo senza essere a dieta; può presentare rallentamento o agitazione motorie, disturbi del sonno (dorme in alcuni casi fino a tardi o al contrario si sveglia molto presto, si sveglia spesso durante la notte o non riesce ad addormentarsi). A volte chi soffre di depressione non riesce a concentrarsi, mantenere l’attenzione e ritenere le informazioni in memoria. Può compromettersi, in genere transitoriamente e per il periodo in cui è acuta la sintomatologia depressiva, la facoltà di prendere decisioni.

Da punto di vista soggettivo prevale la sensazione di essere inutile, incapace, colpevole fino a giungere ad un vero e proprio odio verso se stessi. Possono emergere pensieri e fantasie mortiferi o ideazioni autolesive o suicidarie che oscillano tra una vaga sensazione di morte e desiderio di porre fine alla propria vita, e il desiderio di farla finita con pianificazioni e agiti tesi al tentativo di suicidio o al suicidio vero e proprio. La depressione clinica è caratterizzata dalla pervasività dei sintomi che sono presenti tutti i giorni, per tutto il giorno o quasi e per una durata di almento 15 giorni.

Il trattamento efficace delle depressioni più intense integra psicoterapia e farmacoterapia. Per le forme di depressione lieve risulta efficace la psicoterapia espressiva. 

Ricerche dimostrano come la psicoanalisi risulta significativamente più efficace della terapia cognitivo-comportale a 3 anni dal termine del trattamento.

La Depressione e i Quadri Depressivi

La Depressione maggiore: è un quadro depressivo grave e invalidante, caratterizzato da sintomi psichici quali senso di colpa, umore depresso, anedonia e somatici quali rallentamento psicomotorio, agitazione, disturbi del sonno e cognitivi, difficoltà di concentrazione e attenzione.
Il soggetto, ciclicamente, attraversa episodi di intenso abbattimento del tono dell'umore.

Talvolta può accadere che alle fasi depressive si alternino fasi maniacali, ovvero periodi durante i quali l'umore è persistentemente e patologicamente elevato, euforico, espansivo in un modo tale da rendere il soggetto eccessivo, talvolta grandioso, non morigerato. In questo caso si parlerà di ciclotimia caratterizzata dall’alternarsi di periodi ipomaniacali e periodi di lieve depressione o disturbo bipolare caratterizzato da lunghi periodi di depressione seguiti da episodi ipomaniacali intensi e quindi più debilitanti. Nella ciclotimia e nel disturbo bipolare, per quanto con intensità e frequenza differente, il soggetto oscilla ciclicamente da un estremo all'altro del tono dell'umore.
Disturbo distimico: si tratta di una depressione più lieve ma protratta nel tempo. Il soggetto distimico per almeno due anni prova per la maggior parte del giorno i sintomi della depressione (bassa autostima, senso di colpa, senso di fallimento, perdita di piacere), i quali però non raggiungono mai la gravità dei sintomi tipici e intensi della depressione maggiore.
Depressione reattiva: in questo caso si tratta di una reazione depressiva a eventi di vita negativi, quali lutti, incidenti, perdita del lavoro o fine di una relazione significativa che tuttavia si protrae eccessivamente nel tempo.

Terapia della Depressione

Nel caso del disturbo depressivo maggiore e del disturbo bipolare, diversi studi riconoscono come il terapeutico debba integrare farmacoterapia e psicoterapia. Per le altre forme di depressione la psicoterapia può essere sufficiente. Ricerche hanno dimostrato che, indipendentemente dalla tipologia di disturbo depressivo, l'associazione della psicoterapia all'uso di farmaci, aumenta considerevolmente le probabilità del buon esito della cura.
Ricerche hanno dimostrato come la psicoanalisi risulta significativamente più efficace della terapia cognitivo-comportale a 3 anni dal termine del trattamento sia sui sintomi depressivi e generali, sia sul funzionamento interpersonale e sul miglioramento dello schema di sé. La psicoterapia psicodinamica risulta significativamente superiore alla terapia cognitivo-comportamentale solo nell’ambito del funzionamento interpersonale. Va sottolioneato come a 3 anni la media al BDI (Beck Depression Inventory) nei pazienti trattati con terapia cognitivo-comportamentale è risalita sopra 10 (area clinicamente significativa) cosa che non accade con le altre due terapie (la differenza è significativa per la psicoanalisi) - (Huber D., Zimmermann J., Henrich G., Klug G.“Confronto tra la terapia cognitivo -comportamentale e quella psicoanalitica e psicodinamica in pazienti depressi – uno studio con follow-up di 3 anni”. Zeitschrift für Psychosomatische Medizin und Psychotherapie, 2012, 58, pp.299-316 ).
Attraverso una psicoterapia ad orientamento psicoanalitico il paziente può porre attenzione sui pensieri ricorrenti problematici, associarli alla propria situazione attuale e passate e inserire i propri vissuti in un contesto nuovo che permette di dare nuovo senso e significato a quanto provato. Da qui lo sviluppo di nuove modalità di pensiero, comportamento e lettura di quanto accade al paziente e modificazioni apprezzabili del tono dell'umore. Il lavoro contemporaneo sul qui e ora, il là e allora e sulle relazioni affettive reali e oggettuali permette inoltre al paziente lo sviluppo di una maggiore consapevolezza degli effetti delle proprie esperienze e relazioni così da favorire lo sviluppo di esperienze gratificanti e appaganti.

Funzioni della Consultazione

    • Esplorare lo stile di vita / lavoro / socialità
    • Valutare l’opportunità di un trattamento psicoterapeutico o psicoanalitico
    • Prendere coscienza di quei funzionamenti inconsapevoli che creano le condizioni interne per l’instaurarsi del malessere depressivo
    • Segnalare l’opportunità di includere/escludere cause mediche
    • Valutare l'Integrazione di un trattamento farmacologico
    • Dare un senso alla propria storia

La depressione porta ad un restringimento dello spettro degli interessi, ad allontanarsi dalle persone amate e, soprattutto, rende insoddisfacente ogni scelta compiuta. Qualsiasi evento getta il soggetto depresso nello sconforto impedendogli di continuare a vivere come ha sempre fatto o come avrebbe desiderato. Per questo risulta necessario capire cosa alimenta la depressione, cosa le permette di ripresentarsi regolarmente andando ad intaccare e corrodere relazioni. Nulla sembra valere la pena, la vita perde di valore e per questo diventa necessario l'intervento di uno psicoterapeuta psicoanalista: con lui sarà possibile scegliere la modalità di trattamento più adatta, capire quanto sta accadendo così da non venire sopraffatti da quello che molti chiamano il male oscuro. La depressione in un contesto psicoterapeutico si trasforma, assume senso al'interno della storia del paziente che ne è portatore, permettendo così graduali cambiamenti nella direzione del benessere.

Fasi del trattamento

Ognuno ha una sua modalità di reazione alla malattia e nessuno si ammala di depressione al medesimo modo: se in alcuni casi i fattori reattivi (le cause scatenanti interne ed esterne) possono essere molto significativi (traumi, lutti, separazioni, perdite), in altri i fattori che alimentano la depressione sono tanto nascosti da non essere immediatamente percepibili e per questo diventa necessario un trattamento psicoanalitico capace di rendere il paziente soggetto attivo della propria cura. La relazione terapeutica permette l’esplorazione delle radici intrapsichiche, familiari ed ambientali e di riavviare così quel processo vitale che, in maniera del tutto inconsapevole, si era interrotto. La terapia psicoanalitica, lavora sulla singola e personale storia del paziente, indaga i legami ed il radicamento della malattia nella sua vita favorendo la comprensione della malattia, dei fattori che contribuiscono al suo mantenimento e permette quelle trasformazioni necessarie al raggiungimento di cambiamenti apprezzabili e stabili nel tempo.

Possiamo considerare alcune fasi del trattamento psicoanalitico per quanto lette a titolo di esempio mai del tutto riproducibile:

Fase iniziale del trattamento

Durante i colloqui iniziali il paziente fornisce al terapeuta il materiale attraverso cui lo informa sul proprio stato affettivo ed emozionale e attraverso gli strumenti tipici della tecnica psicoanalitica , il paziente viene aiutato ad elaborare e sciogliere i nodi aggrovigliati dell’isolamento, del dolore, della fatica di vivere, dell’insonnia e di ciò che di volta in volta emerge in seduta.
La prima fase esplora alcune caratteristiche della depressione con la funzione di:
• aiutare il paziente a capire l'esigenza e la funzione del tempo affinché venga trovato il giusto ritmo nel trattamento. Spesso sono necessari alcuni colloqui per decidere il numero di sedute con cui iniziare. Se in alcuni casi potrebbe essere necessaria una prima fase di psicoterapia di sostegno ad una sola seduta settimanale (ad esempio in fase acuta o nell’immediato post-ricovero), in un secondo momento potrebbe risultare utile il passaggio ad un percorso psicoanalitico intensivo più adatto alle esigenze di cura del paziente. Potrebbe, inoltre emergere l'esigenza dell'ausilio di un contanimento famacologico (spesso transitori e temporaneo) per far fronte all'eccessivo dolore derivante dalla depressione. Le ricerche dimostrano l'efficacia di un trattamento farmacologico associato ad una psicoterapia.
• Quando il malessere della depressione è intenso l'individuo vorrebbe risolvere tutto e subito. Le persone vicine alla persona depressa sono prolifiche di "buoni consigli", spingono a tenere duro, reagire, rimboccarsi le maniche mentre il trattamento psicoterapeutico, a differenza di quanto fornito dai "buoni consigli" offre uno spazio in cui è possibile l'ascolto e la sospensione del giudizio, permettendo al paziente di mettere da parte l'idea che per guarire sia sufficiente una massiccia dose di buona volontà. Il paziente spesso si sente solo, isolato: diviene possibile osservare quello che succede con le persone vicine, il suo modo di vedersi in determinate situazioni e il ripetersi di copioni sempre uguali. La psicoterapia permette, partendo dal materiale portato dal paziente, di collegare esperienze variegate, e apparentemente lontane tra loro, di dare significato e senso e porta, nella maggioranza dei casi , ad una ripresa di contatto con l'Altro e ad una riattivazione degli aspetti vitali fino a poco tempo prima abbandonati. E' vero anche che il trattamento possa risultare a volte tortuoso, necessiti di costanza e impegno e che il paziente soffra della lenta evoluzione o sottovaluti i piccoli cambiamenti interni. E' utile che il paziente possa comunicare questi vissuti di eventuale frustrazione al proprio terapeuta così da poterli rendere materiale su cui lavorare nella seduta successiva esplorando quei sentimenti di impotenza, disperazione che a volte emergono nel corso della terapia.

Fase intermedia - il corpo del trattamento
E’ la fase più lunga in cui fasi di progressione e di regressione si alternano a periodi in cui nulla sembra cambiare. E' qui che l’intervento psicoanalitico dispiega la sua maggiore efficacia.
Il processo analitico ormai avviato permette trasformazioni all'interno della relazione con il terapeuta e di una cornice di lavoro (setting) stabile, affidabile, sicuro. La relazione, come il rapporto di fiducia con il terapeuta, diventano essenziali nel trattamento della depressione dove risulta particolarmente necessario il paziente possa percepire sostegno, comprensione empatica, ascolto rispettoso, oltre a ricevere interventi che chiarifichino, spieghino, ricostruiscano, sostengano, interpretino quanto accade in una modalità delicata e non intrusiva. Questa nuova modalità di trattamento permette al paziente di promuovere le capacità del paziente di rapportarsi a se stesso, agli altri e alla malattia in modi differenti e costruttivi. Il paziente diventa capace di comprendere le origini e le radici della depressione di cui era portatore collegandole allo stesso tempo con le modalità attuali del suo manifestarsi. Nella relazione terapeutica e nel transfert che spesso diventa rappresentante e specchio delle relazioni attuali e interiorizzate del paziente emergeranno e prenderanno vita affetti ora visibili sotto una nuova luce e prima resi illeggibili dal groviglio di meccanismi di difesa tesi a trasformare una forma di sofferenza troppo dolorosa per gli strumenti a disposizione della coscienza, in sintomo depressivo.

Fase conclusiva

Spesso il paziente si chiede quanto a lungo durerà la terapia. E' un interesse soprattutto iniziale e, per quanto non sia possibile determinare a priori la durata del viaggio - ognuno ha il suo passo- è anche vero che quando le trasformazioni apportate dall'intervento terapeutico saranno evidenti ad entrambi, lo psicoanalista ed il paziente insieme decideranno come e quando lasciarsi e concorderanno la fine del trattamento.
Per quanto la depressione possa manifestarsi sempre con gli stessi sintomi, ogni storia di vita è differente da un’altra.
La guarigione della depressione comporta la riduzione della sintomatologia connessa al quadro depressivo, la modifica delle modalità di cooping con cui il soggetto era solito affrontare la malattia, e l'acquisizione di un'attrezzatura, precedentemente assente, per far fronte agli eventuali successivi scossoni che potrebbe incontrare nel corso della vita.
Alla fine del trattamento, il soggetto inizialmente inerme e passivo in preda allo stato depressivo che rendeva invivibile la vita, sarà più consapevole delle sue modalità di funzionamento affettivo/relazionale così da poter agire in modo attivo sul corso della propria vita.